SCOPERTA



Benedetta in un mio bozzetto, 2019

Visitando una scuola, alcuni giorni fa per un progetto artistico,
per caso sono venuta a sapere un particolare importante.
Conosciamo la nostra concittadina Benedetta, ora proclamata beata.
Una giovane vita apparentemente spezzata "sul più bello": brillante studentessa in medicina,
si troverà nel giro di pochi mesi completamente paralizzata, cieca, muta e sorda
a causa di una malattia degenerativa che lei stessa si era diagnosticata.
La ribellione iniziale, poi l'apertura e la grazia dell'accettazione,
del fidarsi nonostante tutto, e la consegna nelle Mani più Grandi.
Il suo lettino diventa il centro del mondo: chi le scrive, chi va a trovarla x ricevere forza;
i suoi scritti sono tradotti in tutte le lingue possibili e immaginabili.
Lei comunica faticosamente con i suoi familiari,
con i quali ha messo a punto una speciale comunicazione attraverso un dito,
l'unica parte del suo corpo che possa connettersi con l'esterno,
per poter parlare così con le moltitudini che la cercano per capire
e dare senso al proprio dolore.
E parla di meraviglie celate dentro a quello che apparentemente
potrebbe sembrare già un sarcofago, nel totale isolamento dei sensi;
ma non per lei, che lì dentro sperimenta altezze e profondità inspiegabili
e un Padre con un amore immenso.
Nel momento della sua nascita al Cielo, in gennaio,
fiorisce nel suo giardino una rosa bianca.
Forse tutte queste meraviglie le conoscevamo.
Quello che, almeno io, non conoscevo
è che l'ultima parola da lei pronunciata sia stata "grazie".

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