DICHIARAZIONE DI POETICA - MY POETIC STATEMENT (Italiano/English)



Come ricordava il noto pittore ed amico Francesco Giuliari, è importante che un pittore metta nero su bianco la propria dichiarazione di poetica.
Potrebbe sembrare un controsenso, perché la pittura è già comunicazione, ma non lo è: ogni opera di un artista traccia un'orma del percorso, quando è "fortunato" due o tre; la dichiarazione di poetica tende a disvelare una parte dell'intero percorso, almeno quella che l'occhio dello spirito ha la capacità di riconoscere.
Ecco qui, allora, qualche indizio di questo tempo...
 


DANIELA MONTANARI

Poetica



Da sempre dipingo per esigenza: non l’ho mai fatto per hobby o per un piacere che si esaurisse sul momento. Nel corso degli anni la mia poetica si è arricchita, e continuerà a farlo, ma non è mai mutata nella sua sostanza più profonda.

L’arte rappresenta per me quell’inesauribile ricerca del Vero, che si agita in ogni uomo.

Nei fenomeni visibili tendo a rendere l’invisibile; le raffigurazioni della natura divengono quindi paesaggi simbolici dell’anima, contemplazioni di vita interiore, soglie, attraversamenti dove il significante gioca continuamente con il significato.

Una pittura di evocazione, che non vuole descrivere o narrare, ma che quando raramente lo fa lascia sempre brani di indeterminatezza, di apertura.

Una pittura figlia di questo tempo ma memore dell’esperienza dei classici, del gioco di sapienza liminare dei fiamminghi, dei bagliori romantici come della bidimensionalità dell’estremo oriente e di molto altro ancora.



E’ rarissimo che in una mia opera manchi una sciabolata di luce pronta a rischiarare le tenebre.

Del pari, l’acqua e il mare sono elementi molto importanti, significando purificazione, rinascita, energia vitale.

Il colore che prediligo è il blu nelle sue varianti, retaggio forse di lontane ascendenze nordiche, ma non mancano colpi di colore sfumato, caldo e avvolgente.

Con le figure umane che, solenni e remote, a volte accompagnano i miei luoghi vesto una sorta di identificazione, permettendo allo spettatore di fare la medesima cosa: osserviamo attraverso i loro occhi che ci portano dentro l’opera stessa.



Anche la pratica della rappresentazione delle valenze fisiognomiche di un volto, che in modo limitativo chiamiamo “ritratto” - chiunque sia la persona presa in esame -  non è avulsa rispetto al paesaggio: dentro gli sguardi ritrovo quegli stessi luoghi di riflessione, gioia, passione o solitudine e molto altro… Ritrovo inoltre le linee-forza, ascensioni e discese, pieni e vuoti, mentre inseguo la coerenza dell’immagine, in sé e percepita, unita (in taluni casi) alla somiglianza.



L’interpretazione ultima di ogni opera - che ha per me un significato ben preciso, perché è nata in un momento determinato - e di tali figure, siano esse riconoscibili o meno, è lasciata alla sensibilità individuale.

Per me sono pellegrini in transito nell’esperienza terrena.



Daniela Montanari



DANIELA MONTANARI

My poetic statement

 

I have always been painting to fulfill a need: I have never done it as a hobby or to reach a pleasure that blows over”.

Over the years my poetic has been enriched, and will keep on doing so, but it never changed in its deepest essence. Art is to me that never ending search for the Truth that lies in every man. In visible phenomena I tend to show the invisible; my representations of nature thus become symbolic landscapes of the human soul, contemplations of an inner life. It is extremely hard, indeed, to find one of my works lacking a blaze of light, ready to clear up darkness. Similarly, water and sea are very important elements, meaning purification, rebirth, vital energy. The colour that I prefer is blue, in all its variations, perhaps a legacy from my Nordic origins, but strokes of softening, warm and enveloping colours are present as well.
As for human figures, who sometimes, solemn and remote, appear on my landscapes, I tend to identify with them, and let the viewer do the same: we watch through their eyes which lead us inside the work itself.

The practice of portrait, too, isn’t fully separated from the painting of a landscape: in the human looks of my portraits I find the same places of meditation, joy, passion and solitude I perceive in landscapes; I find the same strength lines, the same ascensions and descents of lines and curves and the same solid forms and voids, while I chase the image consistency, in itself and perceived, sometimes combined to resemblance.

The final interpretation of each work and of each portrayed figure, being it recognizable or not- which to me has a clearly defined meaning, since it was created in a precise moment- is left to the viewer’s individual sensitivity.

I consider them as pilgrims walking through their earthly experience.


Daniela Montanari

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